FOBIA SOCIALE
Il disturbo di ansia sociale
Il disturbo di ansia sociale si caratterizza come intensa paura di essere messi in imbarazzo, umiliati o ridicolizzati in situazioni sociali. Tale timore porta il bambino ad evitare l’esposizione alla situazione oppure a sopportarla con intenso malessere e disagio.
Le prime manifestazioni sono caratterizzate da comportamenti di eccessiva chiusura o irrequietezza se si prospetta la possibilità di essere esposto alla situazione. Il bambino infatti può manifestare eccessivo pianto, ira, comportamenti oppositivi, di aggrappamento o estrema chiusura tanto da non riuscire a calmarsi e a fronteggiare la situazione.
In molti casi il bambino sperimenta e adduce sintomi fisici, quali segni di somatizzazione del vissuto ansioso, come:
- palpitazioni
- vertigini
- tremori
- rossore del volto
- sudorazione eccessiva
- re del volto
- vampate di calore
- tensione muscolare
- gola secca
- disturbi gastroenterici
- bisogno impellente di urinare
È importante notare che la paura sperimentata rimanda ad uno specifico nucleo di significato: il bambino teme di essere umiliato o di mettersi in imbarazzo.
La terapia cognitivo-comportamentale risulta efficace nel trattamento della fobia sociale. Attraverso la messa in discussione dei pensieri irrazionali di autosvalutazione, la regolazione della attivazione emotiva, il riconoscimento e la regolazione di paura e vergogna, il bambino percepisce il mondo meno pericoloso e fobico e acquisisce un maggio senso di autoregolazione e controllo. La TCC si avvale anche di tecniche quali esposizione, desensibilizzazione, modeling e rinforzo, il bambino impara pian piano a fronteggiare le situazioni ritenute imbarazzanti. In alcuni casi è necessario valutare un trattamento farmacologico in parallelo a quello psicoterapico.
La fobia specifica
La fobia specifica è descritta nel DSM 5 nel capitolo dedicato ai disturbi d’ansia. Si manifesta come paura eccessiva, intensa e duratura per situazioni o oggetti specifici. Tale paura induce il bambino ad evitare situazioni o oggetti fobici oppure a sopportarli con intenso disagio. Secondo il DSM 5, la sintomatologia ha una durata di almeno 6 mesi e lo stato di ansia e timore risulta eccessivo e sproporzionato rispetto al reale pericolo dell’oggetto temuto. L’ansia è talmente intensa da influenzare e inficiare il funzionamento del bambino nelle attività della vita quotidiana.
È importante distinguere quando la paura e l’ansia sono reazioni fisiologiche volte all’adattamento e quando, invece, risultano un problema per il bambino ostacolandone lo stato di benessere. L’ansia sperimentata dal bambino, infatti, ne compromette il funzionamento, è più intensa e duratura, risulta eccessiva rispetto allo stimolo esterno attivante e persiste oltre l’età in cui potrebbe essere considerata fisiologica.
Tra gli stimoli più comuni che scatenano la fobia troviamo:
- “animali” (paura dei cani, la paura degli insetti o dei serpenti),
- “ambiente naturale” (paura dell’acqua, dei temporali e delle altezze),
- “sangue-infezioni-ferite” (paura degli aghi, delle iniezioni o delle procedure mediche),
- “situazioni ambientali” (paura dei luoghi chiusi, degli ascensori o degli aerei),
- personaggi in maschera (ad esempio la paura dei clown),
- oggetti che potrebbe provocare nausea o soffocamento.
La fobia è caratterizzata da una costante ed eccessiva preoccupazione per l’oggetto o la situazione fobica, rispetto alla quale il bambino formula pensieri disfunzionali e irrazionali. Tale rimuginio ansioso induce un forte senso di timore e una significativa attivazione fisiologica. Il bambino può sperimentare: batticuore, sudorazione, tremore, mal di pancia. L’oggetto o la situazione fobica vengono evitati o tollerati con grande malessere; il bambino potrebbe manifestare reazioni di immobilizzazione (freezing) o aggrappamento (clinging) se esposto alla situazione o oggetto, oppure alla sola idea di dover essere esposto.
Di provata efficacia risulta essere la terapia cognitivo-comportamentale. Attraverso tecniche di esposizione, desensibilizzazione e rinforzo il bambino a piccoli passi è accompagnato dal terapeuta a fronteggiare, tollerare e gestire il vissuto ansioso. In molti casi si utilizzano anche tecniche di rilassamento che il bambino può utilizzare poco prima dell’esposizione a situazioni o oggetti fobici. La strutturazione di un parent training per i genitori potrebbe essere un buono strumento per sostenere e accompagnare il percorso individuale del bambino.